Antigone
- Arianna Manto
- 3 mag 2018
- Tempo di lettura: 4 min
Fin'ora vi ho parlato di tantissime donne: vittime, carnefici, complici... ma oggi vi racconterò di una donna che è diventata un simbolo, un'eroina: Antigone.
Giusto per fare qualche presentazione, vi annuncio che Antigone è una delle figlie di Edipo, quel pover'uomo che aveva ucciso il padre e sposato la madre. Sappiate che per questa famiglia le tragedie non finiscono mai, è un po' una specie de il Segreto: cambiano gli attori, il succo è sempre quello.

Scoperto l'incesto, Edipo era stato allontanato da Tebe, ripudiato dagli stessi figli; peccato che non fosse ancora tanto chiaro chi sarebbe stato l'erede al trono fra i due principi Eteocle e Polinice.
Si sa, li spartenzi si fannu in vivenza, altrimenti cu mori, mori e cu resta fa la festa. [1]
[1] Si sa che le divisioni dell'eredità si fanno quando si è ancora in vita, altrimenti chi muore, muore e chi resta fa la "festa"
Eteocle e Polinice ci misero davvero poco ad arrivare alle armi. Io li vedo già questi due ragazzetti a contendersi il trono:
Cumannu iu picchi sugnu chiu beddu! [2]
Comando io perché sono il più bello! [2]
E l'altro:
No, iu picchì sugnu chiù spertu! [3]
No, io perché sono più intelligente! [3]
Insomma, da questa lotta fra titani si generò una vera e propria guerra, i due fratelli morirono uno per mano dell'altro, lasciando così il trono allo zio Creonte. Diciamo che tra i due litiganti, il terzo, ovviamente gode. Senza troppi dispiaceri Creonte si preoccupò subito di toglier di mezzo i due fratelli: Eteocle avrebbe ricevuto una degna sepoltura, Polinice sarebbe stato lasciato in pasto agli uccelli ed ai cani, perché nel suo tentativo di prendere il potere era stato aiutato dal re di Argo ed aveva, quindi, tradito la sua città.
A questo punto posso introdurvi la vera protagonista del nostro racconto.
Antigone, sorella dei due, non accettò la decisione di Creonte e pretese una degna sepoltura per entrambi i fratelli:
Ma chi si fannu figli e figliastri? Dru poveru me frati Polinice mangiatu di li cani? Chi ni mancanu sordi pi farici lu funerale? Ma chi discursu è? Io lo seppellirò. [4]
Ma si fanno differenze tra i figli? Il mio povero fratello Polinice in pasto ai cani? Non penso ci manchino soldi per il funerale... ma che discorsi! io lo seppellirò! [4]
Immaginate un po' la faccia di Creonte: sua nipote, per di più una donna, aveva osato opporsi agli ordini. Scandalo! Si salvi chi può! Giusto perché c'era la parentela, Creonte buon cuore, le risparmiò la vita e la condannò SOLAMENTE a trascorrere tutta la vita rinchiusa in una grotta. Lo vedo proprio Creonte con la sua clemenza:
Antigone, la niputi, avissi statu natru, camora fussi morto, ma picchi si tu, in base a la parentela... ti fazzu fari per sempre la donna delle caverne, chi ti ni pari? Chi ziu bravu chi ha... eh?[5]
Antigone, cara nipote, se avesse fatto un altro ciò che hai fatto tu, sarebbe già morto, ma proprio perché sei tu, in base alla parentela che ci lega... ti faccio fare per sempre la donna delle caverne, che te ne sembra? Che bravo zio che hai..eh? [5]
A questo punto la situazione diventa ancora più complicata, una vera questione di famiglia. Non vi ho ancora detto, infatti, che Antigone era la promessa sposa di Emone, figlio di Creonte, che ovviamente non prese benissimo la novità. E rivolgendosi a Creonte:
Papà, scusami, ma si tu la nchiudisti iu comu mi la maritu? Ma chi ama a fari Tarzan e Jane? A liberala, to niputi è, veru un ti ni veni pena? [6]
Papà, scusami, ma se tu l'hai rinchiusa, io come me la sposo? Che facciamo? Tarzan e Jane? Eh dai, liberala, è tua nipote, davvero non provi pietà? [6]
Così, forse impietosito dalle parole del figlio o impaurito da Tiresia che prediceva ancora sciagure e maledizioni a causa di quel gesto, Creonte si convinse a liberare la nipote e concedere una degna sepoltura a Polinice.
Nella vita, però, è anche questione di tempistiche, considerando che nell'antica Grecia erano a corto di Wifi e messaggini, non fecero in tempo a dare la buona notizia ad Antigone, che la trovarono morta impiccata. A quel punto, distrutto dal dolore, anche Emone si diede la morte e di conseguenza, la madre Euridice non volle sopravvivere alla morte del figlio. Una serie di delitti a catena che nemmeno in una puntata di Don Matteo.
Purtroppo, questa volta, non vi lascio con un lieto fine, ma dalla figura di Antigone possiamo imparare davvero tanto. Io ho sempre amato questa giovane donna che si oppone ad un potere forte, come quello dello zio, dello stato che egli rappresenta, per seguire una sola legge: quella del cuore, quella dell'amore. Una donna che accetta anche la sua condanna, ma è padrona del proprio destino. Antigone non aspetta che sia la vita a divorarla, ma è lei che la divora. Con un gesto folle o saggio che sia, sceglie cosa fare della sua vita senza che nessuno possa esserne il padrone e muore da eroina, per difendere i suoi principi, le sue ragioni e non abbassa mai la testa. E' il caso di dirlo: più girl power di così... si muore!
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