Arianna e il suo lamento
- Arianna Manto
- 15 gen 2018
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 14 mar 2018
“Uff, che caldo! Che sonno! Ma come si studia in queste condizioni?”
Queste sono le mie espressioni più frequenti in estate.
Vi devo confessare che se c’è una dote che penso di non possedere abbastanza, quella è la pazienza.
Io proprio non ci riesco, è più forte di me, devo lamentarmi; a dire il vero, credo di aver ereditato questo lato del carattere dalla mia mitologica antenata: Arianna.
Ho sempre pensato che questo nome mi calzasse a pennello e dopo aver conosciuto la

storia di Arianna, ne sono stata sempre più convinta. Ma cominciamo dal principio: chi era Arianna? E cosa aveva da lagnarsi tanto?
Arianna era la figlia di Minosse, re di Creta, e di Pasifae, la povera regina che, per volere di Afrodite, si invaghì follemente di un toro e dalla sua unione con questo nacque il leggendario Minotauro, mezzo uomo e mezza bestia. (Ancora oggi possiamo trovarne rarissimi esemplari, sotto mentite spoglie.)
Da copione, anche Arianna, come tutte le principesse, sognava di incontrare un valoroso eroe che l’avrebbe sposata e portata via dalla monotonia del suo castello. Ma la nostra fanciulla, in fatto di uomini non aveva per niente un buon fiuto, cosa che avrebbe presto scoperto a sue spese.
Ogni anno arrivavano a Creta sette ragazzi e sette ragazze da Atene per essere dati in pasto al Minotauro: questo, il tributo da pagare per una vecchia vittoria di Creta su Atene.
Arianna, che ormai ci aveva fatto l’abitudine a questa barbara carneficina, aspettava sempre sulla banchina che scendessero dalle navi i malcapitati e, intanto, si lagnava:
"Mai na vota ca nni scinnissi unu bonu di ssà navi! Cu stu versu, schetta vecchia restu! A chi su lasdi! Chi si li mangiassi veru ssù Minotauro![1] "
[1] “Non sia mai che scenda un bel ragazzo da questa nave! Continuando così rimango zitella a vita! Ma che brutti! Che siano dati in pasto al Minotauro.
Non fece nemmeno in tempo a pronunciare queste parole; Teseo, principe di Atene, scese dalla nave e…puf! Amore a prima vista. Ecco, di Arianna, non vi ho ancora svelato un altro difetto: è troppo impulsiva.
Teseo (ca babbu nun c’era![2]) capì subito che la ragazza gli faceva gli occhi dolci e che quella sarebbe stata la sua unica via di scampo da una morte certa.
[2] “che non era mica scemo”.
[3] “Uccidiamolo, così poi lo offriamo agli ospiti per il banchetto nuziale”.
[4] “la fece perdutamente innamorare”.
Allora, Arianna, che per Teseo avrebbe sacrificato tutto, non esitò ad aiutarlo. “Papà, stasera, vado a fare a punto croce vicino il labirinto! Mi lu portu tecchia di filu superchiu, cusà![5] [5] “Mi porto un po’ di filo in più, non si sa mai, potrebbe sempre servire”.
Proprio con un filo, la nostra bella principessa riuscì ad aiutare Teseo nell’impresa di uccidere il Minotauro ed uscire dall’enigmatico labirinto.
E così, armi e bagagli, Teseo e Arianna, come lui aveva promesso, partirono nella notte per ritornare ad Atene, dove Arianna credeva la aspettasse una vita da sogno.
Ma la realtà ha ben poco del sogno e di Arianna non possiamo dire che fosse una tipa molto razionale, altrimenti, avrebbe capito che saggio non era partire alla volta di una nuova vita con un perfetto sconosciuto che ti fa battere il cuore. Purtroppo o per fortuna, Arianna è anche questo: cuore, tanto cuore.
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