Ettore, Andromaca e...
- Arianna Manto
- 7 lug 2018
- Tempo di lettura: 4 min
Da un po' non mi faccio viva. Mi sono proposta e riproposta più volte di raccontarvi una nuova storia, ma la sessione, entità mitologica anche lei, mi tiene nelle sue grinfie.
Vi ho sempre narrato i miei miti rimanendo fedele ai classici, scherzandoci solo un po' su; questa volta voglio proporvi un esperimento, chiamiamolo così. I soggetti in questione sono Ettore, valoroso figlio di Priamo re di Troia, ed Andromaca, sua sposa fedele. Leggendo e rileggendo le vicende delle quali sono protagonisti nell'Iliade, mi è balenata in mente un'idea: di Ettore e Andromaca, del loro grande amore, del loro triste destino probabilmente si è parlato tanto, ma vi siete mai chiesti cosa pensasse la casta Andromaca di Elena, la cognata della discordia?

Io sì, non chiedetemi perché, ma in un attimo di follia o in un vano tentativo di essere la psicanalista del mito, me lo sono chiesta: che rapporto avranno mai avuto Elena ed Andromaca? Così oggi ho intenzione di raccontarvi come potrebbero essere andate le cose secondo me. (Mi raccomando: non prendetemi troppo sul serio! Tutto quello che dirò d'ora in poi potrà essere usato contro di me davanti un tribunale di grecisti e latinisti.) Ciak si gira!
Siamo a Troia, Andromaca che aveva sposato Ettore già da un po' viveva nella tranquillità della fastosa corte amata dal marito, coccolata dai suoceri e rispettata dai sudditi, una Kate Middleton ante litteram. Tutto sarebbe filato liscio se non fosse arrivata lei, Elena, col suo impavido fuggiasco Paride. Elena arriva a Troia, bella, innamorata, bionda, capelli al vento, stacco di coscia, una fama che la precede e nonostante il prezzo da pagare per questa fuitina [1], conquista tutti.
[1] fuga d'amore tipica di coppie non approvate dai genitori.
Ecco cosa avrebbe pensato la mia Andromaca:
Oh! Talè che bedda chista...mmeci di presentarisi mortificata, arriva ca pari Afrodite scesa n'terra? Ma chi scimuneru tutti? Macari Priamu ci fa lu pregu? senti che bella chissa! Ehi bella, calati li corna! Ah no, tu ci li mittisti li corna a to maritu, scusami ah! [2]
[2] Oh! Guarda che situazione; invece di presentarsi mortificata, arriva qui atteggiandosi come se fosse Afrodite in terra? Anche Priamo la accoglie benevolmente? Senti, che storia! Ehi bella, abbassa le corna! (detto siciliano equivalente ad "abbassa la cresta") Ah no, hai messo tu le corna a tuo marito, scusami!
Si sa, noi donne non siamo poi così buone con le nostre rivali, ci basta sentirci minacciate e via: esce l'arpia sopita, giusto per rimanere in tema. Ma veniamo all'episodio clou: Ettore dopo aver ucciso Patroclo, inseparabile compagno di Achille, è costretto ad affrontarlo, sapendo già di andare incontro alla morte. Come pensate che abbia reagito Andromaca? L'Iliade ci riporta un brano tenerissmo, il pianto di una donna che ha già perso tutto e si attacca all'ultima scheggia di felicità di un vaso già rotto, pregando il marito di non comportarsi da eroe, di difendere per una sola volta nella vita le ragioni del cuore e non la ragion di stato. Lo saprete già, le preghiere di Andromaca furono vane. Io oltre ad una donna sopraffatta dal dolore e dallo sconforto, ho pensato anche ad un' Andromaca un po' arrabbiata.
Ettore, lu maritu, ti prego, non partire, Achille ti farà a sasizza, veru nun lu capisci? Un ti ni veni pena pi sta povera muglieri, già orfana, sula, abbannunata? Nun mi lassari... e pi cu poi sta guerra? Pi dra capricciusa di Elena e dru pusillanime di to frati Paride? Comu un ti chianci lu cori a pinsari a mia ca laverò e stricherò a servizio di li Greci? Io ca haiu statu sempre na signora, farò la serva! Maliditta Elena! Mancu pena pi stu poveru figliu ti pigli... [3]
[3] Ettore, marito mio, ti prego, non partire, Achille farà di te salsiccia, davvero non lo capisci? ( é un modo per dire che lo avrebbe fatto a pezzi) Non provi pietà per questa povera moglie, già orfana, da sola, abbandonata? Non mi lasciare...Per chi poi questa guerra? Per quella capricciosa di Elena e quel pusillanime di tuo fratello Paride? Non ti piange il cuore a pensare che dovrò lavare e strofinare tutto al servizio dei Greci? Io che sono sempre stata una signora, farò la serva! Maledetta Elena! Non provi pietà nemmeno per il tuo povero figlio...
A far da sottofondo a questa scena pietosa immagino "cu ti lu dissi" di Rosa Balistreri.
Vi risparmio la riposta di Ettore, che per quanto convincente, a parer mio, non potè sicuramente curare le ferite dell'animo di Andromaca, nè placare la rabbia che l'accendeva come un fuoco nel petto. La storia la sapete già, Ettore andò in battaglia e morì miseramente, massacrato dalla sete di vendetta di un Achille che aveva perso il suo amore.
Sì, perchè anche Achille aveva perso qualcuno che amava e perchè credo che l'amore sia il motore di ogni azione, giusta o nefasta che sia. E si, che nessuno si scandalizzi, i Greci erano molto più avanti di noi e l'amore omosessuale aveva pari dignità di quello etero, oggi scriveremmo #loveislove.
Con questo, non voglio rovinare la vostra concezione del valoroso Achille, ma sappiate che la bisessualità nell'antica Grecia era ammessa e rispettata.
Quanto ad Ettore, Andromaca ed Elena, ve ne ho voluto parlare indossando i panni di di una donna che a causa di un'altra, probabilmente, ha perso tutto e che su di lei sfoga tutte le sue frustrazioni. Ho pensato a quanto noi donne, se in schieramenti opposti, sappiamo essere cattive e poco solidali. Ho pensato anche a come deve essersi sentita Elena, che aveva lasciato tutto il suo mondo in un impeto d'amore, straniera in terra straniera, diversa e sola.
In tempi come questi, allora, credo che Elena e Andromaca siano il paradigma dello straniero al quale vengono addossate tutte le colpe e di una comunità che dovrebbe accogliere e pesare da sola le proprie colpe, non facendo dello straniero un capro espiatorio. Perchè Elena sarà anche stata la causa (apparente) della guerra, ma la "colpa" è di chi l'ha combattuta, le armi sono state imbracciate dagli uomini.
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