Il pomo della discordia
- Arianna Manto
- 11 apr 2018
- Tempo di lettura: 5 min
Questa settimana comincio con il demolire una delle vostre più grandi certezze: il pomo della discordia non era una mela. Mi spiego meglio, ci sono due versioni a riguardo: una che parla di una mela d'oro e una di un'arancia. Da buona riberese (Ribera, il mio paese, è la città delle arance) non ho potuto far altro che dar credito alla versione secondo la quale il pomo della discordia fosse un'arancia. Ma partirò dal principio. Cos'era questo pomo della discordia?

Un bel giorno sull'Olimpo, il potente Zeus si trovò a dover celebrare il matrimonio fra la ninfa del mare Teti e Peleo, valoroso re della Tessaglia, dai quali, in seguito, come credo sia abbastanza noto, nacque il superbo Achille.
Stiamo parlando di un matrimonio di alto rango, mica una cerimonietta da quattro soldi! Ermes, da buon messaggero, che andava in giro a consegnare le partecipazioni, Persefone addetta agli addobbi floreali, Dioniso ad occuparsi del vino per il banchetto...insomma, un vero tran tran olimpico!
Un matrimonio organizzato alla perfezione, se solo non fosse stato per un "piccolo" dettaglio: proprio il giorno delle nozze ci si accorse che tra gli invitati mancava la dea della discordia Eris. Fosse stata un'invitata qualunque, la storia si sarebbe risolta con un commovente messaggio di scuse e tanti cari saluti, ma stiamo parlando della dea della discordia. Così, durante la cerimonia si spalancarono le porte, io lo immagino sempre come l'ingresso di Malefica ne la bella addormentata, e furiosa di rabbia entrò Eris:
E braaaavi! Complimenti, mangiari e viviri a sbafu, festi e tarantelli e iu nintra! Ma iu ne ca m'affennu,picchi sugnu signora, figuratevi! Anzi, tè... vi purtavu un regalino! [1]
[1] E braaavi! Complimenti, mangiare e bere in abbondanza, fate feste e ballate tarantellle e io a casa! Ma io non mi offendo, sono una signora, figuratevi! anzi, prendete... vi ho portato un regalino!
Più o meno con queste parole, la dea fece il suo ingresso trionfale e sul pavimento lanciò un pomo dorato con su scritto: alla più bella! E qui i nodi vengono al pettine.
Si dice che Eris avesse rubato quel frutto dal mitico giardino delle Esperidi e il Giardino pare che si trovasse dalle mie parti in Sicilia. Io in ventiquattro anni di vita ne ho visti ben pochi di meleti, perciò, un pomo dorato, profumato e coltivato in Sicilia, per me è un'arancia.
Torniamo al nostro banchetto nuziale. Al lancio del pomo cominciò la prima vera guerra.
Era, regina dell'Olimpo, in quanto moglie di Zeus, si pronunciò per prima:
E pi cu ava a essiri si non pi mia? Videmu cu è chista ca si senti la chiù beddra, avanti. La prima ca avvicina a ssu pumu ci lu fazzu agliuttiri! [2]
[2] Per chi dovrebbe essere se non per me? Vediamo un po' chi è questa che si sente la più bella, si faccia avanti. Alla prima che si avvicina a questo pomo, lo faccio inghiottire!
Immediatamente, Atena non gliele mandò a dire:
Vabbè, arrivà la signora dell'Olimpo! Cumminta si! Ma è chiaro ca dici a mia. Sugnu la dea della sapienza, delle arti e della guerra. Tu chi firm ha fattu? Ma l'ha vistu chi figuruni chi mi fazzu cu dr'elmo? A mia dici, senza lu diri chiù. [3]
[3] Vabbè, è arrivata la regina dell'Olimpo! Ma ti sei proprio convinta eh! Ma è chiaro che dica a me. Sono la dea della sapienza, delle arti e della guerra. Tu che film hai fatto? ( è un modo di dire) Ma hai visto che gran figura mi faccio con l'elmo? Dice di sicuro a me, non parliamone più.
In un baleno, incalzò Afrodite:
Talè chi su beddi! Ma chi diciti veru? Iu sugnu Afrodite, dea dell'amore e della bellezza. Cu avissi a essiri la chiù bedda sparti di mia? Facitimi capiri. Mi piaci ca macari vi la vulissivu arraggiunari! Datimi ssu pumu, pi cortesia![4]
[4] Ma guardatele! Ma dite sul serio? Sono Afrodite, dea dell'amore e della bellezza. Chi dovrebbe essere la più bella oltre a me? Fatemi capire. Mi piace che avete anche il coraggio di discuterne. Datemi quel pomo, per cortesia!
Nel giro di qualche minuto il matrimonio si tramutò in una rissa. Altro che signore!
Così, giusto per complicare la situazione, pensarono bene di chiamare Zeus come giudice; ma fra la moglie e le figlie, chi avrebbe potuto scegliere il padre degli dei?
Perciò, anticipando un po' i tempi, decise di lavarsene le mani, come Ponzio Pilato:
Sintiti a mia: mi stuffastivu, nun ni vogliu sapiri nenti iu di cu è la chiù bedda, a cu vuliti dumannari dumannati. Anzi, iti nti Paride, ca dici ca è lu chiù beddu di li mortali! [5]
[5] Ascoltatemi: mi avete stancato, non voglio saperne proprio niente di chi sia la più bella, chiedete a chi volete. Anzi, andate da Paride che dicono essere il più bello tra i mortali!
Un battito d'ali e le tre dee furono catapultate fra i boschi insieme al fedele messaggero Ermes. Immaginate la faccia di Paride, che era ancora un rozzo pastore, (poi magari vi racconterò meglio di lui) quando in un attimo vide al suo cospetto tre donne divine, non so come il cuore gli abbia retto. Ermes, da buon garante, spiegò la situazione a Paride e gli consegnò il pomo con il quale avrebbe dovuto scegliere la più bella, ma quannu l'avia vistu mai tutta sta grazia di Diu dru poverino? [6]
[6] ma quando lo aveva mai visto tutto quel ben di Dio il poverino?
Anche questa volta si pronunciò per prima Era:
Paride, si mi scegli ti fazzu divintari lu Steve Jobs di l'antica Grecia, tantu, chiddu vidè cu un pumu arricchì! Sordi a palati! [7]
[7] Paride, se mi scegli,ti faccio diventare lo Steve Jobs dell'antica Grecia, tanto anche lui si è arricchito con un pomo! Soldi a palate!
E Atena:
Paride, ma chi ci duni cuntu? Ma cu è chistu Jobs? Sa chi fissarii t'accucchia! Iu ti fazzu divintari lu chiù spertu e lu guerrierru chiù forti di lu munnu, megliu di chissu ni vo? [8]
[8] Paride, ma perché le dai retta? Ma chi è questo Jobs? Chissà che bugie ti racconta! Io ti faccio diventare il più intelligente e il guerriero più forte del mondo, meglio di così?
Afrodite lo colpì nel punto debole di ogni uomo:
Paride, ma chi ti n'ha fari tu di guerre e sordi? Si mi duni ssu pumu, ti fazzu maritari la fimmina chiù bedda di lu munnu, ca s'hanna a girari tutti a talialla pi quantu è beddra! Tu sceglimi e nel giro di nenti ti la mariti...[9]
[9]Paride, ma cosa ti interessa di guerre e soldi? Se mi consegni il pomo, ti faccio sposare la donna più bella del mondo, così bella che dovranno girarsi tutti a guardarla! Tu sceglimi e nel giro di pochissimo tempo la sposerai..
Tutte proposte allettanti per il povero Paride, ma da uomo non poté resistere al fascino della proposta di Afrodite e, deciso come non mai, le consegnò il pomo.
Afrodite mantenne la sua promessa, infatti, qualche tempo dopo, di lui si innamorò la splendida Elena, che allora non era ancora di Troia, ma di Sparta.
La vittoria di una donna, Afrodite, fu la causa dell'ira di due, per questo sapete già che l'amore di Paride ed Elena non fu proprio rose e fiori.
Mai sfidare una donna, mai metterla alla prova, mai ferirla nel proprio ego.
Noi donne non siamo creature poi così fragili, risorgiamo spesso dalle nostre ceneri e riusciamo a trasformare delle sconfitte in future vittorie, proprio come in questo caso: Atena ed Era avranno anche perso una battaglia, ma sì, è il caso di dirlo, hanno vinto una guerra.
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