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Penelope

  • Immagine del redattore: Arianna Manto
    Arianna Manto
  • 18 mag 2018
  • Tempo di lettura: 5 min

Ormai avrete capito che le donne del mito sono il mio soggetto preferito, forse perché in loro riesco ad individuare dei modelli sempre attuali, nonostante siano un po' datate.

Oggi vi propongo la storia di una donna che sicuramente conoscerete benissimo, ma voglio riflettere un po' insieme a voi sulla sua figura e sul mito che le ruota attorno.

Parliamo di Penelope, modello esemplare di madre e moglie fedele.


Per chi non lo sapesse, Penelope era la moglie di Odisseo , il famoso eroe dell'Odissea che dopo la fine della guerra di Troia se ne andò a passeggio per i mari per altri dieci anni. Pensate che pazienza questa santa donna ad aspettarlo!

Vinta la guerra grazie all'espediente del cavallo, un'idea proprio di Odisseo, pensarono tutti di tornare beatamente alle proprie case, anche se per alcuni il ritorno non fu poi così beato, come abbiamo visto nel caso di Agamennone.

Anche Odisseo si mise in viaggio per tornare ad Itaca, ma i poemi ci dicono che il suo viaggio di ritorno verso casa fu così tormentato perché un dio, Posidone, si oppose.

Se volete sapere la mia, credo che Posidone ci abbia messo la sua parte, ma che il nostro eroe non fu poi così dispiaciuto di passare del tempo in giro per il mondo e soprattutto sempre in ottima compagnia. Di Odisseo, infatti, si narrano anche i suoi numerosi amori durante questo peregrinare. Ci fu Circe, Calipso, Nausicaa... insomma, non si risparmiò.

Nel frattempo, la povera Penelope attendeva nella reggia di Itaca. Ma immaginate quanto possa essere sgradevole per una società estremamente maschilista una donna al potere. Così la sua reggia fu invasa da una serie di pretendenti, i Proci, che più che puntare a lei, puntavano a quello che rappresentava: il trono di Itaca, il potere.

Più passavano i giorni e più i pretendenti diventavano pressanti:

Penè, bonu chiù. To maritu un torna, murì...scappà, ma nun torna! Rassegnati! Scegli uno di noi... [1]

[1] Penelope, basta! Tuo marito non torna, è morto... è scappato probabilmente, ma non tornerà! Rassegnati! Scegli uno di noi...

Penelope nel ritorno del marito ci sperava perdutamente, ma la paura che fosse morto nel viaggio di ritorno era tanta. Ma non pensate che fosse stupida, era tanto intelligente quanto il marito e per prendere tempo nella sua decisione ordì anche lei un ingegnoso inganno per i Proci:

Miei cari, sapiti chi vi dicu? aviti ragiuni! Sono ancora giovane e bella, me maritu un si sapi chi fini fici, perciò dovrò risposarmi. Ma concedetemi una cosa: lassatimi tecchia di tempu pi cusiri na tela pi me soggiru Laerte, è vecchiu e morirà presto. Almeno facitimi fari sta tela pi li so funerali...[2]

[2]Miei cari, sapete che vi dico? avete ragione! Sono ancora giovane e bella, mio marito non si sa che fine abbia fatto, perciò dovrò risposarmi. Ma concedetemi una cosa: lasciatemi un po' di tempo per cucire una tela per mio suocero Laerte, è vecchio, morirà presto. Almeno lasciate che cucia per lui una tela funebre...


I Proci, colpiti anche dalla magnanimità della donna, le concessero del tempo, ma Penelope aveva per loro in serbo delle sorprese. Infatti, l'opera di Penelope andò avanti per anni: di giorno cuciva la tela e di notte la scuciva.

Chiamala babba. [3]

[3] Chiamala scema.

L'inganno andò avanti per un paio di anni, ma si dice che una notte una serva, Melanto, la sorprese a scucire la tela:

Signora Penelope, ma chi sta facennu? Cusi e scusi? Bellu mbrogliu...a voglia di aspittari sti pretendenti! Ora ci lu cuntu... [4]

[4] Signora Penelope, ma che sta facendo? Cuce e scuce? Bell'imbroglio... ne hanno ancora da aspettare questi pretendenti! Ora racconto tutto...


E Penelope:

Melanto, ma nun lu sa comu si dici? La lagnusa cusi e la massara scusi! Un mi vinni bona e la sto rifacendo... quali imbroglio e imbroglio? Finiscila, senza diri nenti...[5]

[5] Melanto, ma non sai come si dice? Chi non ha voglia di lavorare bene continua a cucire, chi ha voglia di fare tanto e bene scuce e ricuce di nuovo. Non è venuta bene e la sto rifacendo...Di che imbroglio parli? Smettila, non dire nulla...


Come potete immaginare, la serva non tenne la bocca chiusa e l'imbroglio fu svelato, motivo per cui i Proci pretesero che Penelope decidesse immediatamente. A quel punto Penelope si vide un po' messa alle strette, ma non volle cedere subito e propose un nuovo accordo:

Signori Porci... oh, scusate! Proci, Proci...è vero, haiu fattu cusi e scusi, ma mi serviva tempo! Dato ca aviti tutta sta prescia vi annuncio una cosa: sposerò chi saprà imbracciare l'arco di Odisseo e scoccare una freccia facendola passare per dodici asce... semplice no? Chi vi ni pari? [6]

[6] Signori Porci... oh, scusate! Proci, Proci...è vero, ho cucito e scucito la tela, ma mi serviva del tempo!Dato che avete così fretta, vi annuncio una notizia: sposerò chi saprà imbracciare l'arco di Odisseo e scoccare una freccia facendola passare per dodici asce... semplice no?

Che ve ne pare?


Anche questa volta i Proci accettarono l'accordo, la proposta era fattibile.

Fortunatamente o sfortunatamente per loro, sotto mentite spoglie, Odisseo era appena giunto ad Itaca, mica scemo! Non voleva subito palesare la sua identità, avrebbe studiato da lontano come sua moglie, suo figlio e i suoi sudditi avevano atteso il suo ritorno durante quei lunghi anni. L'identità di Odisseo rimase segreta fino al giorno della gara, quando in mezzo a quei bei pretendenti aristocratici incapaci di imbracciare un arco per come si deve, videro spuntare un mendicante volenteroso di prendere parte alla competizione. Gli fu consentito di partecipare più per schernirlo che altro, ma tutti rimasero a bocca asciutta quando "il poveraccio" riuscì a trapassare le dodici asce e mirare il bersaglio.

In quel momento, tutti si resero conto della sua vera identità: era Odisseo!

Personalmente ho sempre immaginato questa scena come la gara di tiro con l'arco di Robin Hood, arriva il mendicante e tac... fuori tutti!

A questo punto, si dice che il nostro Robin Hood della mitologia fece fuori gli avversari e si ricongiunse amorevolmente con moglie e figlio che a lungo lo avevano atteso. Altre fonti dicono che probabilmente la bella Penelope si fece davvero sedurre da uno dei Proci e che Odisseo al suo ritorno uccise lui e rispedì lei dal padre.


In realtà, non vi ho raccontato questa storia perché pensavo non la conosceste. Ma perché ci ho riflettuto a lungo e non so quanto mi piaccia l'idea di questa mitizzazione di Penelope. Insomma, pensiamoci bene, Odisseo viene ritratto come un uomo di mondo, dal multiforme ingegno e questa astuzia sembra quasi che possa giustificare ogni sua azione, giusta o sbagliata che sia. Penelope invece, è ritratta come una casalinga disperata ca fa la cazetta [7]

in attesa del suo uomo valoroso e questo fa di lei una donna modello.

[7] cuce una calza

Davvero una donna che per una vita attende un uomo, che nel frattempo si è fatto i fatatcci suoi, è una donna modello? E' questo l'ideale di donna che vogliamo proporre? Una donna che qualunque cosa sia successa, perdona e dimentica perché è così che si fa?

Allora io non loderei tanto la sua fedeltà nei confronti del marito, loderei più la sua caparbietà e la sua lealtà verso i SUOI PRINCIPI, I SUOI IDEALI.

Loderei la forza di una donna che in una società di uomini (anche trogloditi oserei dire, perdonatemi) ha saputo dimostrare di essere non una semplice donna, ma una donna dal MULTIFORME INGEGNO.

 
 
 

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