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Perseo

  • Immagine del redattore: Arianna Manto
    Arianna Manto
  • 19 dic 2018
  • Tempo di lettura: 4 min

Avete ragione, vi ho abbandonati un po' e vi ho lasciati tutto questo tempo con Andromeda appinnuta [1] su una roccia tra la vita e la morte, ma rimedio subito.


[1] appesa


Per ogni donzella in difficoltà che si rispetti, almeno nella mitologia, ci vuole un eroe che sia degno di essere il suo salvatore, così vi presento l'impavido eroe dell'impresa: Perseo.


Chi era Perseo e soprattutto come ci è arrivato in Etiopia? Comu fu sta manna di ncielu? [2]

[2] Da dove arrivò questa manna dal cielo?



Pe arrivare a parlare del salvataggio di Andromeda, se purtroppo o per fortuna lo deciderete voi, il giro è largo, mooolto largo. Perseo è figlio di Danae e...? Ovviamente Zeus.

Se c'è uno che ha più figli in giro per il mondo di chiunque altro, quello è il nostro gran sovrano degli dei, inoltre, vi sembrerà singolare sapere come nacque il buon Perseo.

Danae era la figlia di Acrisio, re di Argo, il quale aveva saputo da una profezia che sarebbe morto per mano del nipote; in che modo avrebbe potuto evitare la disgrazia?

Non permettendo alla figlia di concepire, semplice no? Per evitare che anima viva si avvicinasse alla bella Danae, il padre Acrisio la fece rinchiudere in una torre, proprio come una moderna Rapunzel.

Ti nchiudu e iettu la chiavi, cara Danae... e mi mettu a lu sicuru![3]

[3] Ti rinchiudo e butto la chiave, cara Danae... così sono sicuro che nessuno ti avvicini!


Borbottava il vecchio re.


Ad Acriso sfuggiva solo un particolare: nulla sarebbe stato impossibile per un dio e soprattutto nulla avrebbe arrestato il desiderio DEL DIO.

Si sa, più qualcosa è proibito, più attira e di Danae, fanciulla proibita per eccellenza, sull'Olimpo se n'era fatto un gran parlare. Se è vero che l'Olimpo è lo specchio di vizi e virtù degli uomini, io in quanto a vizi lo immagino così: un moderno centro scommesse; si scommette sulla sorte degli uomini, sulle calamità naturali,addirittura sugli amori, umani o divini che siano. Volete che non sia partita una scommessa sulla nostra fanciulla?

E soprattutto, il nostro Don Giovanni dell'Olimpo, si sarebbe mai fatto sfuggire una simile occasione?

Vi farò vedere, io che sono il mago dell'inganno e della seduzione, in fondo, la seduzione non è un po' un inganno?

Così parlava Zeus con superbia e savoir faire.

Insomma, per farvela breve e tornare a Perseo, volete sapere come nacque? Il padre degli dei, esperto in mutamenti ed intrighi, trasformatosi in pioggia dorata riuscì ad entrare nella torre e lì si unì alla bella Danae. E così a prima viti nzolia [4]

[4] Modo per dire che già dalla prima raccolta dell'uva viene un ottimo vino di qualità pregiatissima.


Per la nascita di Perseo il nonno di sicuro non appese il fiocco azzurro alla porta del castello, nè diede una gran festa in suo onore, anzi, preso com'era dall'idea di raggirare il suo destino di morte, caricò Danae ed il bambino dentro una piccola cassa di legno e li lasciò in balia del fiume, pensando, povero sciocco, di poter evitare la sua sorte, ma vedrete quanto è difficile sfuggire ad un disegno già prescritto.

Per fortuna, Perseo e Danae sopravvissero alla terribile traversata alla quale li aveva abbandonati il re, Simode di Ceo immaginò una bellissima ninna nanna che la dolce mamma cantava per calmare il suo piccolo, ignaro della terribile azione del nonno.

La cassa sbarcò sull'isola di Serifo, della quale era tiranno Polidette, ma sti poverini nun hannu abbentu, un ci po paci. [5]

[5] i poverini non hanno tregua


Perseo crebbe alla corte di Polidette, ma continuamente costretto a dover combattere contro le opprimenti avance di quello nei confronti della madre. Insomma, facile dirvi che Polidette se lo sarebbe tolto di mezzo volentieri, perchè Perseo rappresentava il principale ostacolo al matrimonio con la dolce Danae. Così, un giorno, inventò a Perseo che avrebbe voluto sposare un'altra donna, Ippodamia, ma che avrebbe desiderato da ciascun suddito come regalo di nozze un cavallo. Perseo non possedeva un cavallo, ma avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di liberare la madre dalle pressioni del tiranno; allora gli fu richiesto l'impossibile: la testa di Medusa, la terribile gorgone dallo sguardo pietrificatore.


Probabilmente, la storia di come Perseo riuscì a tagliare la testa della gorgone la conoscete già, non era su questo che volevo soffermarmi, nonostante l'abbondante sproloquio al quale vi ho condannati. Vi ho raccontato delle origini di Perseo proprio per tornare lì, sulla nostra roccia, con la nostra Andromeda. Dopo aver ucciso Medusa, Perseo ancora con la sua testa grondante di sangue vagava per i cieli, giunto nei pressi dell'Etiopia vide la fanciulla in difficoltà e il suo animo da eroe non potè far altro che farlo scendere a picco su quegli scogli per salvarla: usò la testa di Medusa per pietrificare il mostro e in men che non si dica Andromeda fu tratta in salvo. Anche questa volta l'happy ending è garantito, ma di questa storia ho trovato più che interessante l'intreccio di destini, i colpi di scena che la vita tiene in serbo. Chi se lo sarebbe mai aspettato?

E poi in quanto ad Andomeda potrei dire, con le parole della Mazzantini, che di sicuro nessuno si salva da solo, ma si salva solo chi vuol essere salvato e, forse, la speranza di Andromeda, il suo coraggio l'hanno portata sì ad essere salvata, ma a salvarsi prima di tutto, a non chiudersi in un vortice di pensieri oscuri ed a pensare anche di fronte alla fine che se cambiamo prospettiva, una fine può anche essere un nuovo inizio.

 
 
 

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