Teseo
- Arianna Manto
- 22 gen 2018
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 14 mar 2018
Vi ho già parlato della mia mitologica antenata e del suo lungo e travagliato percorso verso la felicità e l’immortalità, ma non vi ho ancora raccontato di come la sorte o i nostri carissimi abitanti dell’Olimpo, si siano accaniti contro il bel Teseo che pensava di averla fatta franca.
Purtroppo o per fortuna, il male fatto non rimane mai impunito. La vita ha escogitato uno strano meccanismo, tale per cui anche quando sembra che si sia dimenticata di quel vecchio smacco compiuto, ci rende pan per focaccia. Questo è accaduto a Teseo.

Torniamo al nostro racconto. Immaginate Teseo che solca fiero i mari per tornare in patria ed Egeo, il padre, che lo aspetta con il cuore pieno di orgoglio sulla punta più alta dell’Attica: Capo Sunio. Atene è stata liberata dalla tirannia di Minosse ed Egeo dopo lunghe peripezie può riabbracciare il figlio. Sembra la situazione ideale, cosa mai potrebbe accadere di tanto nefasto? Ed è qui che vi voglio attenti. Il caro Teseo, così preso di sé e ormai così poco attento agli ammonimenti, non ricorda l’unica importantissima raccomandazione del padre:
" Teseo, se mai dovessi tornare vincitore, cambia le vele della tua nave e con quelle candide annunciami la tua vittoria!” Che c’era di così difficile? Chi ci vulia?[1]
[1] “che ci voleva?”
Semplicissimo, vinto il Minotauro, bastava cambiare le vele e tornare vincitore a casa; ma no, Teseo era troppo impegnato ad ordire complotti e a fingersi innamorato della nostra sventurata Arianna, così, il dettaglio fondamentale
delle vele gli passa proprio di mente. Spavaldissimo, con le spalle ben coperte dall’aiuto di Posidone, che per inciso i pettegolezzi del tempo dicono fosse il vero padre, con le vele nere giunge dirimpetto a Capo Sunio, dove Egeo lo aspetta. Il gioco è fatto. Egeo che avvista le vele nere all’orizzonte non ci pensa neanche un attimo, tac, tanti cari saluti a tutti e un bel tuffo nel mare. Diciamo che il trampolino scelto dal nostro Tanio Cagnotto non era proprio quello adatto e non era nemmeno l’anno delle Olimpiadi, quindi, pace all’anima sua. In Sicilia avrebbero reagito così alla notizia:
“ooh! Mischinu, chi mala morti, ma ne ca si lu meritava! Mancu potti capiri ca lu figliu era vivu!”[2]
[2] “Oh! Poveretto! Che brutta morte, non meritava di morire così! Non ho nemmeno fatto in tempo a capire che il figlio era vivo”
Che vi avevo detto? Una grande gloria immediatamente seguita da un grande dolore. È forse questo quello che molti chiamano il prezzo della colpa?
Adesso non sto qui a raccontarvi i dettagli, sceso dalla nave e appresa la notizia Teseo organizza i funerali del padre per rendere omaggio al gran re nel modo in cui meglio conviene; e se noi siciliani siamo esagerati in qualsiasi tipo di manifestazione, i Greci lo sono ancora di più: una settimana di funerali che nemmeno il compleanno della Ferragni.
Ma andiamo avanti, superato il lutto per la morte del padre, Teseo torna a spezzare i cuori. La sua prima moglie è Ippolita, regina delle amazzoni, mica una qualunque. Da Ippolita Teseo ha un figlio che molto fantasiosamente chiamano Ippolito. Ma che farsene di una sola moglie quando si è l’eroe più celebre della Grecia dopo Ercole? Teseo cambia moglie un po’ come Enrico ottavo, con il vantaggio che lui di scissioni e chiese non deve proprio occuparsene. Ed ecco a voi la nuova campagna di Teseo: Fedra. Anche qui tengo a precisare l’accanimento della sorte. Volete sapere chi è Fedra? La sorella di Arianna, sì, proprio quella sedotta ed abbandonata. Voglio confessarvelo, queste sorelle non hanno fortuna in amore. Da me si direbbe:
“li vannu circannu propriu cu lu lanterninu!”[3]
[3] “I guai vanno proprio a cercarli con la lanterna”
Teseo sembra follemente innamorato della moglie new entry, sembra che le cose vadano bene, benissimo, cosa mai potrebbe accadere? Ed ecco anche qui il colpo di scena: vi ricordate di Ippolito, il primo figlio di Teseo? Degno figlio del padre, superbo come non mai, vive la sua vita devoto ad Artemide, dea della caccia, e ha la faccia tosta di sostenere che di Afrodite, dea dell’amore, non se ne fa proprio nulla. Pensate che la più vanitosa dea dell’Olimpo possa mai sopportare un’offesa del genere? Subito, sguinzaglia Cupido e scocca la sua pericolosa freccia proprio su Fedra. Suspense, di chi si innamora la bella regina? Proprio di lui: Ippolito. Di questa storia sentirete un miliardo di versioni, la verità è che ad Ippolito non è mai importato nulla di Fedra e che la regina, un po’ come tutte le donne innamorate, perse la testa. Forse ve l’ho già detto, ma poche cose mi fanno paura come una donna innamorata e ferita. Non vedendosi corrisposta, Fedra decide di ordire un piano folle: accusa Ippolito di aver abusato di lei e poi si uccide, lasciando solo un biglietto con la triste condanna.
Teseo apprende la notizia della morte della moglie e, non meno importante, del presunto tradimento del figlio.
[4] Comincia ad urlare.
[5] “Per questo un pover uomo cresce i figli? Doveva farmi proprio questo? Cornuto e bastonato. (è un modo di dire siciliano che equivale a: non solo il danno, ma anche la beffa.
Senza pensarci due volte, essendo il favorito di Poseidone, che ricordiamoci potrebbe essere il vero padre di Teseo, lo invoca chiedendo la morte del figlio sciagurato. Ippolito viene bandito dalla sua terra, ma durante la fuga il suo carro si ribalta, un terribile mostro marino spaventa i cavalli e la vita del giovane rimane in bilico. Nel frattempo, Artemide che tifava per il suo adepto Ippolito, svela la verità al povero Teseo che riesce a raggiungere il figlio e ad ottenere il suo perdono almeno in punto di morte.
Come potete vedere, se oggi non vi avessi raccontato la verità su Teseo, avreste creduto che ebbe una vita felice e longeva, ma bisogna sempre guardare entrambe le facce della medaglia, essere sempre alla ricerca di ciò che più si avvicina alla verità e sempre conviti che una verità assoluta non esiste, esistono solo le nostre verità. Nel frattempo, se avete subito un torto, non disperate, voi potreste anche dimenticarlo, ma la vita no. Chiamatelo karma o divina provvidenza, ma la ruota gira e Teseo ve lo ha appena dimostrato.
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