Zeus e Alcmena
- Arianna Manto
- 25 apr 2018
- Tempo di lettura: 4 min
Vi ho già parlato di amori, intrighi e tradimenti vari, ma c’è un uomo per il quale questi tre ingredienti sono imprescindibili: Zeus, il padre degli dei. Ovviamente, sapete bene che gli dei dell’Olimpo sono lo specchio dei vizi e le virtù degli uomini, nel suo caso credo siano i vizi a prevalere. Così, oggi, vi parlerò di uno dei suoi innumerevoli tradimenti.

La moglie Era, patrona del matrimonio e dea della fedeltà coniugale, durante la sua lunga vita immortale fu più volte costretta a far fronte ai tradimenti del marito, ma giustamente direi, a certe cattive consuetudini è davvero difficile abituarsi.
E Zeus proprio non ce la faceva ad accontentarsi di una sola donna quando avrebbe potuto averle tutte.
Un bel giorno , il nostro rispettabilissimo padre degli dei si invaghisce di Alcmena, moglie di Anfitrione, figlio del re di Tirinto Alceo.
Alcmena era famosa per essere una moglie fedelissima e devota, nonostante le avance di Zeus, non si lasciò mai corrompere. Il signore dell'Olimpo proprio non poteva crederci che potesse esserci donna mortale in grado di resistergli e si arrovellava per riuscire ad ottenere i favori della bella Alcmena.
Caso volle, però, che un giorno Anfitrione fu costretto a lasciare la sua casa per prendere parte ad una guerra che avrebbe vendicato la morte crudele dei fratelli della moglie per mano dei Tafi, mitologico popolo greco. Come dice il proverbio "l'occasione fa l'uomo ladro" e Zeus, riuscì ad essere un ladro abilissimo.
Così ordì un piano perfetto:
Talè, talè, chi furtuna! Anfitrione al momento è fuori gioco, videmu si possu cuminari st'incontro cu Alcmena. Ma chidda è fedelissima, comu si fa? [1]
[1] Guarda, guarda, che fortuna! Anfitrione al momento è fuori gioco, vediamo se posso combinare questo incontro con Alcmena, ma quella è fedelissima, come si fa?
Pensa e ripensa, alla fine a Zeus venne un'illuminazione: avrebbe preso le sembianze di Anfitrione, solo così la donna si sarebbe concessa a lui.
Dopo solo qualche giorno dalla partenza del marito, la bella Alcmena, si vide arrivare alla porta un servo che annunciava il glorioso ritorno del marito. Certo, le sembrò una guerra un po' celere, ma non fece opposizione, era contenta per il suo ritorno.
Oh lu maritu, chi fusti lestu! Mancu tempu di sentiri la to mancanza! [2]
[2] Oh, marito mio, che velocità! Nemmeno il tempo di sentire la tua mancanza!
E Zeus, sotto mentite spoglie:
Oh la muglieri, a iu lu sensu a tia avia! chi fa putia stari? quattru e quattrottu ammazzavu a tutti e turnavu ni tia, ma entriamo, facci na festa a stu marito vittorioso! [3]
[3] Oh moglie cara, ma io pensavo solo a te! non potevo più rimanere lì, in quattro e quattr'otto ho ucciso tutti e sono tornato da te, ma entriamo, fai una bella festa a questo marito vittorioso!
Non vi sto neanche a dire con che velocità il marpionissimo Zeus, nei panni del marito devoto, riuscì ad avere accesso alle camere dell'ignara Alcmena che lo accolse così amorevolmente. I due amanti trascorsero insieme una notte lunga tre giorni, infatti Apollo stesso si rifiutò di trainare il carro del sole per tre giorni. Passate quelle infinite ore d'amore, il furbo Zeus, con una scusa disse che doveva tornare in guerra, avevano bisogno di lui. e lasciò lì Alcmena ad attendere il nuovo ritorno del marito.
Il vero Anfitrione non tardò molto a tornare ed Alcmena lo accolse con estrema sorpresa:
Oh Anfitriò! Turnasti già, arrè ccà sì? Ma veru guerra lampo fu chista! va e veni tempu nenti...[4]
Anfitrione non capiva:
Alcmè, ma chi è chi dici? Chi si mbriaca? Ora staiu turnannu... chi fa ti sonni? [5]
[5] Alcmè, ma che dici? Sei ubriaca? Io sto tornando solo adesso... lo hai sognato?
A questo punto anche la povera Alcmena cominciò a non capire: o il marito negli ultimi giorni di guerra aveva preso una bella botta in testa da fargli dimenticare tutto o era tornato proprio scemo, non c'erano alternative. Così, presa dallo sgomento raccontò ad Anfitrione di quella notte magica che avevano trascorso insieme, di quanto fosse stata sorpresa nel vederlo e della novità in arrivo: aspettava due gemelli!
Immaginate la faccia del povero Anfitrione nel sentire la notizia, un po' un San Giuseppe ante litteram.
A questo punto ci sono due varianti del mito: una dice che Anfitrione furioso mise al rogo la moglie e che un acquazzone mandato da Zeus lo spense immediatamente, l'altra che il dio in persona si rivelò a loro e svelò l'inganno, dicendo che da quell'unione sarebbe nato l'eroe più potente della Grecia e che Alcmena era stata la prescelta.
Anfitrione a quel puntò si sentì quasi lusingato e decise di accettare con benevolenza il frutto di quell'amore.
Sapete quando di qualcuno si dice che è un buon Anfitrione? Probabilmente nasce proprio dal fatto che Anfitrione fosse una persona estremamente accogliente e benevola.
Da quell'unione nacquero due gemelli: Eracle, figlio di Zeus, e Ificle, figlio di Anfitrione.
Sì, qui i va ben oltre le teorie della scienza e della medicina, ma parliamo di divinità, non di gente qualunque.
Si dice, però, che Era non prese benissimo la notizia del'avvento del nuovo figlio di Zeus e durante il parto di Alcmena invocò Ilizia, dea protettrice delle donne gravide, per rendere ancora più doloroso e lento l'arrivo del piccolo.
Nonostante tutto, i due gemelli vennero alla luce e di Eracle si riconobbero subito le impressionanti doti, infatti, ancora nella culla, riuscì a strangolare due serpenti che Era stessa gli aveva mandato per ucciderlo.
Come potete vedere, anche gli dei, o soprattutto gli dei non sono immuni a vizi e tradimenti.
La fedeltà, è forse più una dote umana che divina, frutto di tanto amore e forza di volontà, come ci ha dimostrato Alcmena. Il perdono, invece, non so dirvi se sia qualcosa di umano o divino, anche la madre degli dei, Era, non è mai riuscita a perdonare le scappatelle del marito. Dal canto mio non saprei dirvi quale sia la via più giusta da scegliere in questi casi, la strada del perdono è una via lunga e tortuosa che non tutti potremmo avere il coraggio di percorrere.
Diciamo che, nell'indecisione, io sto dalla parte di Era, ma la colpa la darei sempre al traditore, mai a chi di un tradimento è complice, forse per amore, forse per debolezza, forse per inganno.
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